Davide Montella

Share

​I drammatici costi nascosti degli incidenti stradali, in termini di vite spezzate, feriti gravi e impatto sociale ed economico, rendono la sicurezza stradale la vera priorità da affrontare per un futuro del trasporto realmente sostenibile.

​A riprova di questa intrinseca e drammatica realtà, e a seguito di un invito a discutere e argomentare i fatti con un articolo, il Professor Aldo Ferrara, coordinatore scientifico dell’European Group On Automotive Medicine (Ergam), ci offre uno spunto di riflessione cruciale. Il Professore ci chiede di spostare il dibattito dalla sola sostenibilità ambientale a una più urgente sostenibilità umana e sociale.

I numeri della tragedia: oltre 22 Milardi di Euro di costo sociale

Secondo i dati ufficiali ISTAT e ACI aggiornati al 2024, il costo sociale degli incidenti stradali con lesioni supera i 18 miliardi di euro, a cui si aggiungono circa 4 miliardi di euro per i danni materiali, per un totale che sfiora i 22 miliardi di euro, ossia quasi l’1% del PIL nazionale. Questo valore è la somma di costi sanitari, perdita di produttività, danni morali e amministrativi legati all’incidentalità. Studi più ampi stimano che il vero costo, se si considerano appieno le ripercussioni sociali ed economiche indirette, possa salire fino a 30 miliardi o più, vale a dire l’1,5-1,8% del PIL. Questi fondi persi ogni anno non sono solo numeri: rappresentano vite spezzate, famiglie distrutte e risorse pubbliche sottratte a settori fondamentali come la sanità.

Perché non possiamo più ignorare questa realtà

In Italia muoiono ancora circa 3.000 persone ogni anno sulle nostre strade, un dato inaccettabile che ci impone un cambio di paradigma.
Il Professor Ferrara sottolinea un aspetto etico fondamentale: “Gli italiani guidano bene, ma spesso sono irrispettosi dei diritti altrui”. Non è solo una questione di multe o codici da rispettare, ma una sfida culturale che chiede a ogni conducente di assumersi la responsabilità della propria guida.
​Guidare è una responsabilità sociale che richiede rispetto e consapevolezza. Le infrazioni alla guida non sono semplici errori, ma veri e propri atti di violenza stradale che costano vite e sofferenze.

Corsi di Guida Sicura: la soluzione collaudata e necessaria

La prevenzione attraverso la formazionen è la chiave. Paesi come l’Austria hanno già adottato corsi di guida sicura obbligatori per tutti i neopatentati, con risultati impressionanti: una riduzione del 35% degli incidenti e dell’80% dei decessi in alcuni segmenti dopo l’introduzione del corso.
Anche in Scandinavia, la guida sicura formativa è parte integrata delle normative per i nuovi conducenti in Italia, invece, i corsi di guida sicura sono obbligatori solo per chi guida veicoli aziendali in ambito lavorativo (secondo il D.Lgs. 81/08), mentre per i neopatentati restano una proposta legislativa in attesa di attuazione.
Rendere obbligatori i corsi di guida sicura significherebbe investire concretamente sulla prevenzione, insegnando non solo le norme ma anche le tecniche di gestione delle emergenze (frenate improvvise, controllo su fondi scivolosi), la percezione del rischio e una vera cultura del rispetto per la strada e gli altri utenti.

Un appello alla responsabilità sociale

La sicurezza stradale non è solo un problema di sanzioni o controlli, ma una questione etica, sociale ed economica che va affrontata con coraggio e lungimiranza. Ridurre la “violenza stradale” significa liberare risorse preziose per la sanità, migliorare la qualità della vita e salvare migliaia di persone ogni anno. Come società, dobbiamo mobilitarci con la stessa passione che riserviamo alle cause internazionali verso le tragedie quotidiane che si consumano sulle nostre strade. Rendere obbligatori i corsi di guida sicura significa investire non solo in meno incidenti, ma in un Paese più giusto, rispettoso e sicuro.
Articoli correlati: